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U Boscaiollu(il boscaiolo)
U Taggialegne(il taglialegna)
U Serrau(il segatore)


Sui nostri monti in un tempo ormai remoto, il mestiere del taglialegne o boscaiolo specializzato era un'occupazione per tutto l'anno. La stagione del taglio, che andava da Novembre a Febbraio era ottima specialmente a luna piena.

Il legno da tagliare era prima di tutto il castagno, abbondante, il faggio(u fò), il cerro(u sèru), il leccio(l'ersciu), la rovere(a rùe), il carpino(u càrpene) e l'ontano(l'òna). Gli alberi scelti venivano segnati(i marchèmu cu in picòssu) ,quindi per abbatterli il bosciolo usava l'ascia(a picossa), u pichetù che è la scure grande da maneggiare con due mani oppure l'ascetà che è la scure inglese più piccola.

Se si trattava di alberi più giovani il lavoro era facile e una roncola a punta curva(u penàttu) bastava per scortecciare e per togliere i rami (de-ramà). Se le cortecce erano molto flessibili servivano per confezionare corbe e cavagni e si usava una lama ricurva(u boscasquìsci) ma qui entrava in gioco u curba-a(il cestaio).

Mentre abbatter gli alberi era un lavoro esclusivamente del boscaiolo, i serèi(segatori) erano figure tipiche e a volte venivano da altri paesi. Si segava raramente nei borghi, perchè il trasporto dei tronchi interi giù dai monti era una fatica eccessiva, così si lavorava sul posto o in una radura.
La segatura a tavolame è ormai meccanizzata, ma una volta era fatta a mano cun u sèrra pe lùngu (la sega per lungo) oppure cun a sèrra da serèì(sega dei segatori - sega a telatio lunga fino a lue metri)

Il tempo non aveva ore, le ore non avevano minuti, solo l'alba ed il tramonto rerano riferimento di luce.
Una cosa era certa: il lavoro era pesante e faticoso, ma ciò nonostante il mestiere du boscaiollu e du serràu era apprezzato e stimato.