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Da Laviniam...in quel di Beati in Cucurno


In seguito a fonti orali e perlustrazioni "pedibus calcantibus" in compagnia di residenti appassionati di storia locale, le cosiddette "Edicole o Misteri-i" erano colonnine o si si vuol dire pilastrini in pietra a secco, che terminavano nella parte alta a forma di nicchia.

Esse in genere raffiguravano la Via Crucis oppure Madonne.

Considerando il fatto che la complessa morfologia del paesaggio non ha permesso nei secoli grandi trasformazioni nei segmenti tuttora percorribili abbiamo potuto constatare testimonianze ancora esistenti.
In alcune voci del linguaggio comune genovese "cuccùa" (conca) certi toponimi come il nome Cogorno "Cuccus de Cucurno" scritto negli antichi registri governativi traduce ." Plaga molto internata a forma di conca, aperta in convalli " molto ben visibile alrrivando alla madonnetta in questo caso all'undicesimo "Misterio" della "munta-a" in quel dei "Beati".
Ne consegue che ogni Edicola era collocata alla fine di ogni salita cioè:"munta-a" scegliendo punti particolari.
La dodicesima stazione la troveremo "insimma a munta-a di incrusci", dove le strade si biforcavano per tre percorsi, uno dei quali andava verso Santa Giulia.
Lì era una sosta che, oltre alla recitazione del S.Rosario per la dolorosa Passione di Cristo, esisteva una muraglietta per sedervici e riposare prima di arrivare in paese o fermarsi all'ostaia di "Cue". Si racconta infatti che in questo sito di confine verso il 1655 un accordo tra gli abitanti di Lavagna e quelli di Cogorno stabiliva dei posti di controllo nei punti obbligati di transito prospicienti verso il mare. Per i preposti, ovvero persone elette dai "Cappellani" deputate alla sanità che, durante le pestilenze, avevano funzione di "invigilare gli accidentati" quella zona in particolare era un punto strategico.
Ma si narra, ancora, che nella "Munta-a di Beati" di preciso al dodicesimo "Misterio" esisteva "in scitu" senza giurisdizione, la cosiddetta zona franca, dove chi vi si rifugiava per motivi di imbroglio non era catturato. Si intende per quanto potesse resistere senza mangiare e bere.

Continuando la pedonale verso Cogorno si arriva al "Misterio" della "Munta-a da Ca Fatta" tredicesima stazione e dove era ubicato anche l'ufficio postale e dirimpetto l'ostaia "Du Bacciu di Cue". Salendo più avanti, in prossimità del Borgo di S.Bartolomeo, dove la storia rimane ormai scritta per terra sulle lastre di ardesia corrose dai piedi ancor più che dal tempo e scavate sui bordi dal sudore ancor più che dalla pioggia, si arriva all'Oratorio di S.Giovanni Battista dove era collocata la quaatordicesima Edicola della Via Crucis, ormai inesistente per lla trasformazione della zona.

Per terminare vogliamo specificare che le "edicole o Madonnette" sul territorio erano sempre costruite agli incroci delle strade. Avevano riferimento per gli abitanti e per il viandante. Possimo paragonarle ai tempi attuali come i nostri semafori, con la differenza più profonda nel senso religioso che i nostri nonni e bis-bis nonni avevano bisogno, oltre che della strada che conduceva al lavoro, di un segno di fede, di un punto di preghiera, di un punto dove poter fermarsi a parlare e anche per radunarsi.