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Da tracce... di memorie "gente di Cogorno"
UN'INTERVISTA RACCONTO
Un mattino di giugno 1965, mio Dio! sono passati quarant'anni, ricordo che la nonna mi disse:"mi devi aiutare a fare i Raieù", sotto il porticato annerito dal fumo, un pentolone borbottava, erano le famose erbette che,pazientemente, la nonna avava raccolto mettendole con cura nel suo fazzoletto a riquadri azzurro.

Attratta dalla scena rustica, che per una scolara sui primi libri e non certo di cucina, rimasi colpita per qualcosa di assolutamente nuovo. Interrogai a lungo la nonna chiedendole spiegazioni su questo sfaccndare ed essa mi rivelò la sua arte nel fare i "Ravioli", dando l'impressione che si trattasse più di un'azione rituale che di una pratica culinaria.

Era abitudine, una volta, fare questo piatto per la festa di S.Giovanni, ricordo che ne mangiavamo tanti da scoppiare, e poi .... via di corsa nelle cabannette costruite da noi ragazzi, fatte di foglie e paglia lungo la stradina dove dentro mettevamo al figura del Santo, e tutti insieme a ripetere alla gente che passava:"in cittu peu Santu". Poi rigorosamente alla fine della festa tutti a comprare la famosa "gazeù" (bibita). Un ricordo lontano imbrattato di polvere, la memoria ci aiuta per amoore di noi stessi, con polso fermo e dita svelte e abili come quelle della nonna, ravviva gli odori, accende i fornelli, restaura i sapori ... e ci presenta "IL RE RAVIOLO"



I RAIEU DA DUMENEGA SUTTA A TEUPPIA
(i ravioli della domenica sotto il pergolato)

Grande movimento in casa già dal prestissimo mattino, le donne di casa affacendate per pulire le erbette, il mattarello appeso al chiodo ha l'onore di finire nella madia, aperta da quel grande sportello quasi a sembrare una barca a vela. Anche il gatto è agitato e non sa dove stare, odore di buono, odore di serenità.
Già perché quelle domeniche dove tutti i parenti si riunivano sotto il pergolato era una grande festa. Un pergolato coperto di foglie di un'antica pianta di vite maestosa, dove i passerotti si rifugiavano in quelle larghe foglie, e un venticello intelligente e generoso alitava la fragranza del fieno sotto casa, dove la falce aveva già fatto qualche piccola chiazza.
Arriva "u barba" (lo zio) con quella camicia bianca appoggiata su una spalla, la fronte alta e abbrustolita da una lotta con la terra e il sole. Un passo più indietro c'è "a lalla" (la zia) e chiacchiera allegramente e se ne viene a passo lesto, contenta di essere invitata.
La tavola è imbandita, il pane è ancora caldo, ma l'onore di portare la baiadera(recipiente di smalto bianco che si usava anticamente per occasioni speciali per conservare il latte fresco) piena di fumanti ravioli è toccato alla nonna, tutti seduti, una preghiera, le campane suonaano a festa, gente che viveva in quiete, ossiaq possedeva totalmente la verità, la vera verità.

COGORNO vi propone la quinta edizione del RE RAVIOLO con un primato unico:
La sfoglia più lunga del Tigullio pari a metri 10 sarà trasformata in tanti sapori e sublimi ravioli alla cogornina. Oltre al rinomato piatto, antiche ricette cucinate ed impreziosite da erbe aromatiche del territorio vi accompagneranno sul sentiero delle tradizioni dove la convivialità della nostra gente Vi aspetta, per passare tre serate indimenticabili (1, 2 e 3 luglio) nell'Antica via dell'Arte in cucina.

La ricetta dei RAVIOLI COGORNINI